Vedere la realtà delle cose che ci circonda dal vero, non da una foto, avendo la tranquillità di non voler essere una macchina fotografica, ma prendere semplici appunti.
L'esplorazione attraverso le possibilità di espressione.
Come posso rappresentare i miei stati d'animo, dipingendo attingendo dalla realtà o dalla fantasia, senza pensare di rappresentare la cosa in modo troppo didascalico?
Come posso esprimere ciò che la mia interiorità sa e la mia superfice, non sa?
L'arte può essere un mezzo, un oracolo per noi stessi.
Le immagini, i sogni ci parlano: difficili da comprendere, sempre molto enigmatici.
Dipingendo e disegnando si attiva quella parte di noi.
Quella della notte, quella che si esprime in modo misterioso.
Tutto questo sembra oscuro, sembra un atto magico, difficile da raggiungere, ma non è così difficile l'importante è lasciarsi andare al lato creativo di noi stessi.
Trovare la porta di accesso.
Attivare la parte del cervello che viene utilizzata per esplorare con semplicità, curiosità, senza filtri.
Senza il giudice interiore che ci freni, senza il giudice interiore?
Il giudice interiore c'è, lo ascoltiamo, lo
Osserviamo e troviamo un modo di cooperare con lui.
C'è pure un bambino, dentro di noi.
C'è un mondo dentro a noi, spesso difficile da esprimere.
Il fare, l'azione sblocca delle situazioni stagnanti.
L'arte smuove, svuota e riempie, trasmuta è un mezzo molto potente.
Placa, arricchisce, diverte, ci fa scoprire ciò che c'è fuori di noi, ma pure quel che abbiamo dentro di noi.
È un mezzo, un media.
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